venerdì 12 febbraio 2010

E' Carnevale. Festa di un popolo.




Musica e suoni invadono le strade. E' cominciato il Carnevale. Cinque giorni di divertimento per questa gente che vive solo per l'oggi, sperando che sia meno faticoso e il più divertente possibile.
Sicuramente per noi occidentali è difficile comprendere questo sfogo di spensieratezza e gioia di vivere. Ma osservando questo sfavillare di luci, costumi e colori, ringrazi Dio perché la vita qui non è solo sofferenza, dolore e miseria. In questi giorni anche il Signore fa festa e esperimenta passi di danza.










giovedì 4 febbraio 2010

Un popolo in fila



Una lunga fila si estende davanti al portone ove ha sede la Segreteria di Assistenza Sociale. Sono giovani mamme com bambini in braccio, uomini in cerca di qualche sostegno per la propria famiglia e anziani chiedendo uma elemosina per comperare le poche medicine a loro indispensabili. Tutti alla ricerca di um aiuto per affrontare la vita. E´cosí, ogni mattino, ogni giorno, ogni settimana per tutto l’anno. E alla domenica la fila si sposta davanti al dispensario parrocchiale per ricevere um po’ di riso e qualche frutta.
Questa mattina sono passato davanti alla casa del sindaco e che vi trovo? Uma lunga fila che attende di essere ricevuta.
Mi impressionano tutte queste fila. Forse che il mettersi in fila è lo stile di vita che questa gente ha assunto per poter vivere e affrontare i loro problemi quotidiani?
Forse che il mettersi in fila è il modo che questo popolo ha incontrato per continuare a vivere?

Domande che trovano uma risposta nelle riflessioni che, come chiesa, stiamo facendo in questo tempo di Sínodo diocesano. Nel documento sinodale preparatorio si afferma che: “La passivitá e la dipendenza segnano profondamente la grande maggioranza della nostra gente. Molto spesso l’assistenzialismo è la nota marcante dei municipi ed anche della chiesa. Ricorrere e sfruttare ambedue è diventata uma abitudine che inibisce uma partecipazione responsabile e attiva, trasformando questo popolo in uma massa di mendicanti e opportunisti”.