mercoledì 21 ottobre 2009

Floresta:la mia diocesi nel sertao brasiliano




La diocesi di Floresta è situata nello stato del Pernambuco in una regione caratterizzata da un clima semi-arido. Temperature che vanno dai 25 ai 35 gradi, poche piogge annuali e un’area in avanzato stadio di desertificazione. La Diocesi, divisa in 13 parrocchie, ha circa 300.000 abitanti. Una ventina di sacerdoti e una trentina di suore più molti laici e animatori di comunità sono la forza viva di questa chiesa. La gente vive di agricoltura, allevando animali, soprattutto capre e mucche, lavorando nel commercio e nei lavori pubblici. Non esistono industrie. Molte famiglie vivono con la misera pensione degli anziani o con un introito dato mensilmente dal governo, chiamato “bolsa familia” – è un piccolo contributo statale che permette loro di acquistare ogni mese il minimo sufficiente per vivere- .Vi è una forte migrazione soprattutto dei giovani, che se ne vanno in cerca di lavoro e di migliori condizioni di vita. La partecipazione politica della maggioranza della gente è debole, favorendo così nei vari comuni un governo di famiglie tradizionali o di candidati molto populisti, che comperano la gente con piccole donazioni e tante promesse senza una effettiva partecipazione popolare della cosa pubblica. Deboli sono pure le organizzazioni della società civile.

E’ in questo contesto che mi sto inserendo, anzi mi sto guardando attorno. La mia immersione in questa diocesi inizia sulle rive del Rio Sao Francisco in una parrocchia di circa 20.000 abitanti.
Il nome della parrocchia è Belém do Sao Francisco. In essa vi è un centro, più una trentina di comunità sparse all’interno, alcune anche lontane più di 50 chilometri. La diocesi, pur nella sua povertà di forze e di mezzi, è impegnata profondamente in un cammino missionario, imparando a vivere come chiesa di comunione e partecipazione, fatta di fratelli e sorelle discepoli e missionari di Gesù, attenta alla costruzione del Regno di Dio e avendo come punto di riferimento i poveri e gli esclusi.
Sono molto contento nel sapere che nel tuo cuore e nei tuoi pensieri vi è un piccolo spazio anche per questa diocesi. Essa diviene tua compagna di viaggio, e sapendo di essere accolta dalla tua attenzione e generosità offre quel poco o quel tutto che ha:
- una presenza di gioia e speranza tra gente povera,
- una voce profetica tra gente esclusa e considerata ‘non-
utilizzabile’ da chi ha potere e ricchezza,
- un camminare con il passo lento di chi fa più fatica, per
testimoniare la presenza del Regno di Dio, che è giustizia,
pace e solidarietà, vita piena per tutti.

venerdì 9 ottobre 2009

Un popolo in missione





Il loro volto é segnato profondamente dal sole e dal caldo. Le loro mani portano la presenza di um lavoro duro e pesante. I loro piedi manifestano il percorrere chilometri e chilometri su terra battuta e polverosa. I loro vestiti denotano uma vita di povertà e sopravvivenza. Sono i missionari e missionarie della diocesi di Floresta, laici e laiche che vivono il loro battesimo e la loro fede cristiana come ‘missione’.
I vescovi dell'America Latina nel Documento di Aparecida cosi dicono: “Assumiamo l’impegno di uma grande missione in tutto il Continente...Questa ferma decisione missionaria esige la conversione pastorale delle nostre comunità, parrocchie e movimenti; uma conversione che richiede di passare da uma pastorale di pura conservazione ad uma pastorade decisamente missionária”. E i vescovi del Brasile nel loro documento Direttrici Generali dell’azione evangelizzatrice della chiesa in Brasile 2008-2010 aggiungono: “Fare della chiesa la casa e la scuola di comunione, questa é la grande sfida che ci aspetta. Per raggiungere questo obiettivo é necessária uma permanente conversione pastorale, per non installarci nella comodità, nela sfiducia e nell’indifferenza, collocandoci ai margini delle sofferenze dei poveri”(n.54-55).
Questa piccola e povera diocesi del sertão che è Floresta ha assunto con decisione e coraggio questo invito che lo Spirito sta suggerendo alle chiese, e sta trasformando tutta la sua pastorale in pastorale missionaria. Erano piú di seicento, uomini e donne semplici, di estrazione popolare, in maggioranza giovani, coloro che in questo fine settimana di marzo, lasciate le loro case, hanno partecipato ad um fine settimana di spiritualità. Sono persone che visitano e passano di casa in casa, a volte percorrono chilometri per animare uma famiglia e dare uma parola di speranza annunciando che Gesù è loro amico. Presiedono settimanalmente la celebrazione del Giorno del Signore, animano le comunitá e annunciano la Parola, visitano i malati e stimolano la gente a riunirsi per, insieme, incontrare piste di soluzione ai loro problemi e alle situazioni di ingiustizia e di violenza che vivono quotidianamente. Sono autentici missionari! Sono le colonne ed il futuro di questa chiesa! La loro presenza rende vere ed autentiche le parole del Signore: “Ti ringrazio, o Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli (Mt 11,25)”. E contemplando i loro volti si intende chiaramente la descrizione che Paolo fa della comunità di Corinto: “Non vi sono tra voi molti saggi secondo la carne, né molti potenti, né molti di famiglia ricca...” (1 Cor. 1,26). Sono mamme di famiglia, sono giovani lavoratori/studenti, sono uomini che lavorano di zappa e di machado; minimo è il loro grado di istruzione, poche le loro conoscenze, scarsi i loro denari...dove sono i ricchi? Dove sono i professori universitari? Dove sono i medici, gli avvocati, i banchieri?...Il Signore li sceglie per confondere i forti, e li chiama per ridurre al nulla ciò che si ritiene importante (1 Cor. 1,28).
E´ con loro e attraverso di loro che il Signore annuncia la Buona Notizia.
Animati e sorretti dallo Spirito del Signore risorto ci siamo lasciati con questo semplice ma profondo profilo della figura del missionário. Um profilo che è tutto um programma di vita.

Per essere missionaria e missionario è necessário avere:

Nella testa la fede nel valore della gente.
Negli occhi la capacita di cogliere la presenza di Dio.
Nelle orecchie l’ascolto rispettoso ed attento.
Nella bocca il sorriso della gioia e della speranza.
Nelle braccia la resistenza e l’impegno per il Regno.
Nelle mani la disponibilità alla solidarietà.
Nei piedi il camminare e la capacita di uscire da se stessi.
Nel cuore la passione per Cristo e per i poveri.
Nel ventre l’amore per la vita.

Buon ottobre missionario!