venerdì 14 maggio 2010

Prete oggi

E’con molta gioia che apprendo la notizia della tua ordinazione sacerdotale, carissimo diacono della chiesa italiana. E assieme a te molti altri giovani in questi giorni saranno ordinati sacerdoti. E da questa lontana terra di poveri mi sento vicino a te, ti accompagno con il pensiero e ti vedo salire trepidante l’altare del Signore. Mentre tu, assieme ai tuoi compagni, sali quei gradini, penso come dovrebbe essere oggi un sacerdote, e lo penso camminando e percorrendo questa terra secca e polverosa del Nordest Brasiliano, tra comunità povere e chiese fatte di poveri.
Siamo consacrati per essere uomini dal cuore rivolto ai miseri
In questa storia attuale, fatta di grandi cambiamenti, e che richiede da noi presbiteri una immensa creatività pastorale, è fondamentale riappropriarsi di quell’aspetto che da sempre distingue i discepoli e le discepole di Gesù Cristo: l’attenzione profonda ai crocifissi della terra, qualsiasi nome venga loro dato: poveri, esclusi, marginalizzati…In un mondo segnato dall’orizzonte di un guadagno senza limiti, da un individualismo profondo, da una religione che diviene grande affare commerciale e palco di futili apparenze, è la preoccupazione per la vita minacciata, crocifissa e distrutta che caratterizza il DNA dei seguaci di Gesù. I vescovi dell’America Latina hanno avuto il coraggio di affermare: “Tutto ciò che ha relazione con Cristo, ha relazione con i poveri, e tutto ciò che ha relazione con i poveri dice legame profondo con Gesù Cristo” (Documento di Aparecida n.393).




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