martedì 29 settembre 2009

Festa dei "vaqueiros"

Vaqueiro, il tuo correre sul cavallo per condurre la mandria, il tuo rincorrere i buoi fuggitivi e il tuo proteggere le mucche dagli animali feroci, fa di te l'uomo caratteristico di questo sertao. Oggi è festa grande nella fazenda di Seu Pedro. I vaqueiros si sono dati appuntamento. Un giorno di festa è sempre ben accetto. Una festa poi che comincia con il ringraziamento al Signore e la richiesta che il suo sguardo benevolo sia protezione e rifugio, è una festa benedetta e nel segno della pace.

mercoledì 23 settembre 2009

Non aver paura!

Sulla scaletta dell’aereo che mi riportava in Brasile ho avvertito un profondo senso di leggerezza. Un’aria fresca e sana mi invadeva e dava fiato al respiro della mia anima.
Ho trascorso il mese di agosto in Italia, nella mia terra natale, tra familiari ed amici; e in questa patria amata mi sono sentito un po’ sperduto e straniero. Ho percorso, tra verdi colline e sole infuocato, sentieri conosciuti e ben noti alla mia giovinezza, ma non ho incontrato nelle parole di molta gente ideali e valori che da sempre delineano le strade maestre della mia vita. L’accoglienza e la disponibilità ad aprire la propria casa e il proprio paese a chi nella vita ha ricevuto meno viene considerata alla stregua di un ingombrante rifiuto da gettar via. La condivisione e la solidarietà, rese insignificanti ed inoperose, vengono trattate come muti oggetti da museo. Il senso religioso, vera possibilità che permette di volare alto e allargare i nostri orizzonti, è imprigionato fra quattro mura di pareti domestiche, oltre ad essere appesantito da una squallida paura che rende trepidanti e quasi senza coraggio chi ancora fa del vangelo il punto di riferimento della propria vita.
E poi la crisi attuale, che colpisce sempre i più deboli e indifesi; la prospettiva di perdere i molti beni materiali conquistati in questi anni; la giusta rivendicazione di molti popoli al diritto di avere almeno il sufficiente per vivere e la sacrosanta richiesta di sedersi alla tavola dei consumi, offre un scenario di un futuro non semplice da affrontare. E’ questo scenario che aleggia nell’aria; è quest’aria che si respira, e sono questi i discorsi che si sussurrano per le strade. Ma chi, come me e come molti italiani e italiane missionari, vive nel mondo fra la povera gente, viene la voglia di dire: “Non abbiate paura!




L’Italia è una fra le nazioni ove attualmente si vive meglio: sicurezza, salute, scuola, educazione sono ben servite anche se non perfette. E che dire dello stile di vita, sembra quasi superiore alle nostre possibilità, e forse lo è. Rinchiudersi, proteggersi, difendersi, mugugnare e lamentarsi…sono verbi che poco si addicono alla “Buona Notizia” di Gesù. E’ bene ripescare nel Vangelo alcune perle preziose che danno valore al nostro cammino di cristiani: “Non abbiate paura io sono sempre con voi”; “Ove c’è il tuo tesoro, là c’è anche il tuo cuore”; “Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi perde la propria vita per me e per i fratelli, la troverà”.
Che non ci accada come quell’uomo in una notte di luna piena camminava sulla spiaggia e pensava:
“Se avessi un’automobile nuova, sarei felice…
“Se avessi una casa molto bella, sarei felice…
“Se avessi un ottimo lavoro, sarei felice…
“Se avessi una compagna perfetta, sarei felice…
In quel momento inciampò in una piccola borsa piena di pietre e incominciò a gettarle, una ad una, in mare. E, ogni volta che lanciava il sassolino diceva: Se avessi…sarei felice”, Così fece, finché non rimase che una piccola pietra, che decise di conservare.
Arrivato in casa si accorse che quella pietra era un prezioso e bellissimo diamante. Quanti diamanti ha gettato in mare prima di fermarsi a pensare?
Spesso anche noi buttiamo via i nostri preziosi tesori, desiderando di avere sempre di più, o sognando che arrivi ciò che è migliore o perfetto.

lunedì 14 settembre 2009

Presentazione





Vivo in Brasile nel centro del grande Nordest. In una zona segnata dal caldo e dalla siccità.
Tra gente semplice, povera e ricca in umanità.
A servizio di una piccola diocesi, presenza di Gesù Risorto tra i poveri.
Belém do Sao Francisco è la città in cui vivo.
Floresta la diocesi che mi accoglie.

Presentazione




Missionario chi sei?

Se sei missionario e stai per partire la gente incontrandoti ti chiede: “Che cosa vai a fare? Dove vai c’è da mangiare? Hai una casa? Quando arrivi c’è qualcuno che ti accoglie?” L’immagine di un missionario che va all’avventura, in luoghi sperduti e sconosciuti, fra gente sottosviluppata è ancora molto presente nell’immaginario dei nostri amici italiani. Eppure come è cambiata la figura del missionario in questi ultimi anni. Testimonianze, incontri, riflessioni e documenti contribuiscono a far nascere un nuovo volto e nuove prospettive per colui che viene inviato a servizio di chiese sorelle. E poi quante chiese giovani, presenti soprattutto nel Sud del mondo, stanno inviando loro personale nei vari continenti. Anche qui in Italia suore e preti di razze, di culture e di popoli diversi sono presenti e si collocano al servizio delle nostre comunità. Veramente sta cambiando la figura del missionario e del suo ruolo nella società.
Missionario oggi si presenta in mezzo a noi come:
- uomo e donna cercatore di verità, capace di mettersi insieme alla gente con cui vive, per camminare con loro e al loro passo. E’ testimone di un dono ricevuto, ma sa che vi sono diverse vie, diversi approcci all’incontro con Dio.
- uomo e donna ponte, che sa costruire scambi e incontri fra popoli e culture diverse. Non un navigatore solitario, ma espressione di una comunità-ponte fra diverse comunità. Va non solo con volontà di collaborazione, ma soprattutto con desiderio di comunione e di scambio.
- Uomo e donna sempre meno professionista dell’andare e sempre più professionista del condividere e dello scambiare. Disponibile ad abbracciare la temporaneità del servizio. La sua vita non è più un andare per rimanere là tutta la vita, ma è un dedicare alcuni anni a questa esperienza e poi reinserirsi nella propria realtà di partenza per vivificarla e darle un respiro di mondialità.
- Uomo e donna servitore, capace di inserirsi e mettersi a disposizione della realtà e della chiesa locale che lo accoglie. Va sempre meno a fondare chiese e sempre più a camminare con le chiese, con la profonda consapevolezza che le chiese giovani, con le loro fragili strutture e le loro diversità pastorali e ministeriali, sono vere chiese del Signore. Per questo è un attento osservatore di quello che lo Spirito dice alla chiesa che lo ospita e torna ai luoghi di origine per testimoniare quello che il Signore opera presso altri popoli.
E nell’incontro con le grandi religioni egli è un testimone fedele dell’amore di Dio che è Padre e Madre di ogni uomo e vive con la serena certezza che ogni esperienza religiosa, se è vissuta in serietà e profondità, conduce all’unico Signore.
Infine egli è il compagno e compagna di strada di Colui che è il Missionario per eccellenza, il primo e l’unico: il Signore che conduce la storia, il Signore che ama la vita.